Claudia Crescenzi, Presidente ICF Italia 2015 e attuale Past President.  E’ Master Certified Coach – MCC e propone il coaching come metodo di ottimizzazione delle risorse umane e della loro produttività. Questa è l’intervista che ha rilasciato a Cristina Volpi per OUTSIDER, maggio 2016, nella rubrica <Coaching e Dintorni>.

 

Claudia

Chi è ICF, International Coaching Federation?

ICF è un’associazione internazionale, o meglio è la più grande associazione che vuole essere ambasciatrice della diffusione del valore del coaching. Lo fa, fra le altre cose, selezionando i propri associati fra coloro che hanno un percorso di preparazione e studio di valore, promuovendo l’aggiornamento continuo dei membri, definendo un codice etico e standard di trasparenza a cui attenersi per la tutela del coachee, valorizzando questa professione presso tutti gli stakeholders e definendo delle comunità di pratica.

Quali sono stati i temi che hai portato avanti nel tuo biennio di Presidenza di ICF Italia appena concluso?
La strategia che abbiamo attuato con il Comitato Direttivo di ICF Italia nel 2015 si può sintetizzare fondamentalmente in una parola: allargamento. Allargamento del dialogo e diffusione del valore del coaching nel mondo imprenditoriale e nel mondo universitario/scolastico. Come associati ICF siamo stati protagonisti perché abbiamo festeggiato 20 anni di attività. Il 2015 è stato un anno molto significativo per l’Italia. Come italiani infatti siamo stati protagonisti a livello mondiale grazie all’EXPO – Nutrire il pianeta energia per la vita. Un evento mondiale nell’ambito del food e della cultura della sostenibilità. Forti di queste circostanze abbiamo ritenuto fondamentale cavalcare questa onda creando per la prima volta in ICF un palinsesto di eventi che hanno avuto queste parole chiave: Nutrimento, Italianità, Sostenibilità, Sviluppo Ecologico.

Abbiamo realizzato:

  • una conferenza nazionale, vari workshop e webinar per coach, su temi come team e group coaching, etica, strategie di sensibilizzazione, la norma UNI sul servizio di coaching, informazioni sulla Legge 4/2013 sulle competenze del coach
  • l’International Coaching Week in cui i Coach ICF hanno offerto gratuitamente momenti ed esperienze utili per diffondere la cultura del coaching, a cui sono intervenuti circa 700 partecipanti
  • Coaching Expo, due giorni dedicati al tema del Coaching in cui Coach, Società di formazione, Scuole certificate hanno incontrato privati, enti e aziende. Circa 350 partecipanti.
  • il progetto Il dono del coaching, con cui ci poniamo a supporto di organizzazioni no profit.

 

Abbiamo cercato di coinvolgere, allargare, includere, diffondere. E soprattutto condividere il valore del coaching e di quanti operano in questo ambito e della responsabilità verso il mondo.
Una professione attrattiva, di valore. Una professione che le aziende iniziano a vedere come un qualcosa che dà valore aggiunto. Una professione che sta affrontando e gestendo il processo di certificazione tramite UNI, processo a cui ICF Italia contribuisce come membro del gruppo di lavoro presso il Ministero competente.

 

Esiste una responsabilità etica e sociale del coach?

Sì, trovo che vi sia una grande responsabilità sociale da parte di noi coach che supportiamo le persone nel loro sviluppo e potenziamento. Se accompagniamo le persone e le aziende nel loro potenziamento credo che possiamo e dobbiamo occuparci anche del tessuto sociale. E il tessuto sociale è fatto anche dalla cultura, dai comportamenti. Ecco perché credo sia fondamentale che i coach possano contribuire allo sviluppo di una cultura dove i valori primari siano l’unità, la coesione, la risoluzione dei conflitti. A partire dalla condivisione di un codice etico esplicitato.

 

Che cosa è stato più facile e che cosa più difficile?

È stato facile ingaggiare le persone che hanno voluto dedicare parte del loro prezioso tempo nella creazione di un mio sogno. L’associazione si fonda sul volontariato, e nulla di tutto questo sarebbe potuto accadere senza l’entusiasmo, la dedizione, la professionalità e l’energia che ciascun volontario ha messo nella sua attività.
Ciò che è difficile è diffondere la conoscenza di un servizio intangibile quale è il coaching. Farne riconoscere il valore e le immense potenzialità (il che spesso richiede di provare, sperimentare di persona). Il coaching è relazione, e tutto viaggia attraverso la relazione. Il lavoro, la società, lo sport, l’amore. Tutto.

okmomgo

Ci dai qualche cifra di riferimento? per capire l’entità del fenomeno coaching a livello nazionale e internazionale.

  • 29.000 associati circa nel mondo
  • 33 chapter in tutto il mondo
  • circa 15.000 coach certificati di cui 700 Master – Certified Coach (il più alto livello di seniority riconosciuto a livello mondiale)
  • fatturato mondiale annuale che viaggia su circa 1,5 mld di euro (fonte La Repubblica, marzo 2011)
  • trend di crescita a livello mondiale di professionisti certificati pari a circa 25/30% anno. Non abbiamo ancora una stima a livello europeo, ma siamo confidenti che nell’arco di qualche anno saremo in grado di averla.