Capita di sentirsi confusi, incerti se le scelte fatte sono state quelle giuste. Si ha la percezione di un disagio, ma non si sa da che parte cominciare ad affrontarlo. Non si ha bisogno dello psicologo, perché non si è in presenza di uno squilibrio importante. E nemmeno di un supporto spirituale, perché non è detto che sia quello il problema. Gli amici non sempre hanno voglia di capire, o la capacità di ascoltare.

E’ un po’ come in SOS Tata, quando si vede che la situazione ci sfugge di mano, e si sente che si vorrebbe mettere ordine. Da soli è difficile, e per riuscirci ci vuole un intervento esterno, qualcuno che con un metodo e tante domande aiuti, appunto a mettere ordine e riclassificare tempo e priorità. Un life coach stabilisce una relazione privilegiata di fiducia, e attraverso domande conduce il coachee su un sentiero a lui più utile, dove riuscirà, in funzione delle sue esigenze, a:

  • sbloccare resistenze
  • uscire da una fase critica
  • ridimensionarsi senza ansia
  • ridurre contraddizioni
  • cambiare le priorità
  • dare coerenza a obiettivi, risorse, uso del tempo
  • ridefinire la propria immagine, in tutti i sensi
  • ricominciare
  • affidarsi a un professionista se necessario
  • gestione dello stress
  • sviluppo della creatività e della spiritualità
  • riallocazione delle risorse economiche
  • relazione con i familiari, i colleghi, gli amici

Una tipica relazione di life coaching inizia con un colloquio iniziale di conoscenza e messa a fuoco, e continua con degli appuntamenti sistematici, per esempio una volta ogni due settimane. Il colloquio può anche essere a distanza: non è un momento di sfogo! ma di rimotivazione e di verifica dei passi avanti già compiuti.

Tipici fruitori di life coaching sono persone che si trovano davanti ad una svolta nella vita: dal lavoro alla pensione, dal lavoro alla cura della famiglia e viceversa, da uno stato di buona salute economica o fisica ad uno  di difficoltà. O che entrano in una dimensione a cui erano estranei, come l’artista a cui il successo impone di ridefinire la sua immagine sociale, o chi vuole adottare uno stile di vita nuovo e vuole essere guidato nei suoi dettagli e aspetti concreti.

Concludiamo con che cosa non è un life coach: avvocato o psicologo, confessore o giudice, fratello maggiore o amministratore o personal shopper. In questa fase non è nemmeno un coach di orientamento e di carriera, perché il problema non è così specifico, né un coach sportivo o musicale o di shopping (per fare un esempio di abilità da sviluppare): lo può eventualmente diventare dopo la fase iniziale di riordino e di ridefinizione degli obiettivi personali, riformulando il patto con il suo cliente.