La formazione nel corso degli anni ha avuto delle enormi trasformazioni: si pensi all’evoluzione dall’aula tradizionale alle svariate possibilità offerte dall’e-learning e dai coaching individuali e di gruppo. Fino alla sempre più esigente richiesta da parte del management di misurarne l’efficacia, attraverso l’implementazione di modelli adeguati.

Diventa perciò importante sia incoraggiare e consolidare delle pratiche per cui questo valore aggiunto possa essere quantificato, pesato, confrontato, finalizzato. Agevolando così una rivoluzione culturale che faccia vedere nella formazione permanente uno strumento utile e consolidato e una buona pratica manageriale.

Nelle organizzazioni è piuttosto comune la misurazione della customer satisfaction attraverso una scheda di valutazione semi-strutturata. Che permette una rilevazione quantitativa e qualitativa: ma del gradimento dell’intervento formativo! e non della sua efficacia.

Sono in sperimentazione diverse pratiche utili per la rilevazione dell’efficacia della formazione in aula e del coaching:

  • peer coaching
  • mentoring
  • diario di bordo
  • auto assegnazione di un obiettivo concreto di miglioramento
  • ricerca strutturata di feedback sui miglioramenti (capo, colleghi, ecc.)
  • predefinizione di indicatori da utilizzare dopo un periodo medio-lungo

Questa nuova prospettiva di ricerca fa nascere, perciò, diverse considerazioni:

  • la formazione non può essere più considerata come un’azione effimera ed evanescente -o peggio un intrattenimento, ma deve necessariamente portare all’organizzazione elementi misurabili che possano dare un valore quantitativo o comunque osservabile di miglioramento della prestazione;
  • coloro che affrontano un percorso formativo -in aula o di coaching individuale- devono avere un ingaggio reale; che si manifesta nell’espressione di un autentico interesse e soprattutto di una volontà personale nel raggiungimento di obiettivi concreti;
  • questo nuovo delicato processo non può essere lasciato alla proattività del singolo; l’organizzazione deve fornire strumenti operativi che permettano un reale monitoraggio dei risultati dei percorsi formativi e una ricerca attiva di innovazioni efficaci che rendano la formazione mirata, misurabile e all’avanguardia.

Lo scenario che si apre è davvero molto articolato, ampio e di non facile realizzazione. Senz’altro una sfida importante per lo sviluppo della formazione nelle aziende e per l’accreditamento che questa attività di crescita personale e professionale merita, e non solo nei contesti organizzativi.

Di Sara Di Giamberardino

Psicologa psicoterapeuta adleriana, lavora presso ATM di Milano dal 2005 nella Direzione Formazione Selezione Sviluppo e Organizzazione. Si occupa in particolare di progettare ed erogare interventi di formazione relazionale/ manageriale e di selezione delle figure professionali ricercate per i diversi ruoli aziendali. Collabora come volontaria con Dimensione Animale di Rho.