Giancarlo ha scelto di incontrarmi dopo le 6 p.m., nel suo ufficio. Bene, penso, così non corriamo, spero disattivi il cellulare ed altri telefoni. Mi ha chiamata per fissare giorno ed ora senza rimandare una, due volte come è accaduto per alcuni. Resistenza? Impegni? Lui come tutti gli altri partecipanti, ha ricevuto una email in cui è stato invitato (una volta ricevuto il questionario completato in ogni sua parte dai ‘rispondenti’, oltre che da lui stesso) a contattare la persona di riferimento nell’ambito della funzione Risorse Umane.  Il suo ufficio come lopen space dove siedono i suoi collaboratori è in un’area chiusa. Chiusa perché è un’area all’interno di un’area, a cui si accede con badge identificativo.

Questo spazio era libero, però è troppo ovattato vero?!

In azienda le funzioni pagano un affitto ai Servizi Generali per lo spazio che occupano, e lui questi conti li conosce bene. Qui si trattano dati sensibili. Mi riceve spostando letteralmente con un gesto della mano i fogli sparsi sulla scrivania per poi rimetterli in un loro ordine, immagino, mentre si alza per chiudere la finestra. Fuori fa freddo. C’è calma, silenzio, le pareti sono rivestite da moquette come il pavimento; dal corridoio poco più lontano non arriva alcun rumore, non ci sono fotografie; non c’è niente di personale che mi riconduca ad un vissuto al di fuori di quella stanza. Come se Giancarlo vivesse tra queste pareti.

Come mai è lei ad essere qui? Non si occupa di altro?

Lo avevo incontrato in occasione di una riunione per la selezione di figure esperte richieste da un suo collaboratore. Preme il pulsante della stampante per consegnarmi una copia del report: ‘così è meglio, lavoriamo sulla stessa copia’. Si siede ma sento che aspetta ancora una risposta alla sua domanda.

‘La capo-gruppo ha fatto una ricerca per identificare chi nella funzione Risorse Umane avesse avuto esperienza in colloqui di sviluppo’.

Già, lo sviluppo. Lei crede nello sviluppo delle persone in azienda?

Si parte subito senza tanti preamboli. Partita a tennis? Non schiaccio. ‘Perché non dovrei?’

‘Pensi alla mia carriera’. Mi chiedo se è vissuto in Inghilterra. Il suo abbigliamento ha un tocco inglese, mi ricorda il mio professore di letteratura. Bretelle in tono con la camicia e la cravatta, occhialini da topo di biblioteca, capelli brizzolati, sulle orecchie. Abbiamo scelto noi delle Risorse Umane, di non documentarci, di non leggere i dati oggettivi relativi alle persone, i capi, che saremmo andati ad incontrare. Mi domando quanti anni avrà. Non riesco a definirlo: importa? Passo oltre. Non parla, guarda il questionario che sfoglia. ‘Sono giovane per la posizione che ricopro, e poi la mia esposizione.’  Tace.

‘Esposizione? Mi spieghi meglio. Tra l’altro e prima di tutto: quanto mi dirà rimarrà tra lei e me, nella massima riservatezza, anche perché noi consideriamo le persone ‘intere’…

‘Intere?’

‘Si, fatte di vita professionale e vita privata. E se vorrà parlarmi anche di temi personali… si senta libero di farlo. Che lei mi creda o no, il mio cliente è lei, e sono sicura che questo potrà verificarlo quando avrà un ritorno dal piano formativo che le verrà proposto quale risultato del nostro incontro. Mi vedrà prendere degli appunti, poi possiamo stracciarli; mi aiutano nel seguirla’. 

Pausa. Mi sorride. Quanto ho appena detto presuppone che ci sia del <privato> dietro quei flow chart appesi alle sue spalle, unica parete predisposta per questo.

‘Certo’… fissa lo sguardo. ‘La posizione che ricopro è ai massimi vertici aziendali. Ci sono arrivato per caso, dall’estero. Un collega che occupava il mio ruolo attuale aveva chiesto di fare una esperienza all’estero, dove io risiedevo a quei  tempi, e così c’è stato un avvicendamento: lui là nel mio ed io qui al suo posto. Le nostre esperienze lo rendevano fattibile: quale combinazione migliore?! Ecco perché le ho detto che non credo molto nei piani prestabiliti dallo svillupo. Talvolta le opportunità migliori accadono per caso’.

‘Questa è stata una opportunità migliore?’  Il mio stare <qui>con lui mi dà una sensazione di tristezza, di un vissuto altro, di cose faticose da portare, da gestire.

‘ Sì. Migliore per me ma non per la mia famiglia.

‘La sua famiglia?’  Giancarlo ha una famiglia, anche se non vedo foto, ritratti, oggetti che riportino ad un ambito familiare. Non ha mai guardato l’orologio, non ha risposto frettolosamente ad alcun telefonata tipo ‘si, scusa, ora non posso ti chiamo dopo, sì, sono a cena con i bambini’…

‘Mia moglie mi ha seguito dal paese di orgine dove lavorava e lavoravo, dove sono nati i nostri due bambini. Ha lasciato genitori, amici, lavoro, tutto insomma. E’ sola durante il giorno. Io viaggio molto come può immaginare, il mio lavoro lo richiede. Ora sia che io viaggi o che rimanga in sede, il problema resta sempre. Siamo vicini alle feste natalizie e ha colto la palla al balzo: è andata su per qualche giorno, io sono in partenza per l’estero. Sinceramente mi mancano molto,  ma sono più tranquillo, ho più tempo’.

Non stiamo parlando del questionario, della scelta dei rispondenti, degli altri, di cosa lo abbia guidato a scegliere certi collaboratori piuttosto che certi colleghi. Nella rosa dei rispondenti (diretto superiore, collaboratori, colleghi, altri), Giancarlo ha incluso un solo  <altro>: ha accolto la facoltà di identificare il numero minimo, ovvero uno. Mi chiedo ora cosa avrebbe risposto sua moglie se fosse stata chiamata a farlo.

‘Che cosa dovrebbe succedere perché lei possa sempre sentirsi più tranquillo o sentire di avere più tempo anche quando sua moglie è presente?’ 

Giancarlo guarda fuori dalla finestra. Forse è proprio fuori che sta cercando una risposta. ‘Non conosce, non si interessa al mio lavoro, non vuole conoscere i miei collaboratori, non partecipa agli incontri informali con gli altri colleghi…non…’

Si ferma, di punto in bianco. Sta dicendo troppo? Non parlo, non lo interrompo, lo lascio andare per i suoi pensieri. Fuori c’è nebbia, siamo in campagna. Attraverso il vetro si intravede solo la luce dei lampioni nel parcheggio: sembrano grandi fiocchi di neve sospesi. Il computer emette un suono: è arrivato un messaggio.

Io esco dal suo ufficio e lei le scrive una email, ora,… che cosa vorrebbe scriverle? Cosa vorrebbe dirle?’

Mi guarda, si toglie gli occhiali, gli occhi sembrano più grandi, più lucidi, non avevo notato il loro colore… ‘Che sono solo. Sono un giovane tra senior, tra colleghi con maggiore anzianità aziendale e soprattutto peso, importanza. Già il mio ruolo è quello di rompiscatole… si immagini poi andare a vendere interventi, necessari, ma che possono caricare di ulteriori incombenze le persone nella routine del lavoro. I miei collaboratori, al contrario, sono molto giovani, bravi ma giovani. Per il lavoro che fanno sono sotto stress, viaggiano molto e dopo due anni se li vogliamo trattenere, lei lo sa, dobbiamo passarli ad altra funzione: li addestro per altri, ne sono consapevole, è così. Li ho sempre gestiti con la trasparenza, condividendo con loro l’obiettivo della nostra funzione, ma guardi per esempio il questionario di Feedback’.

Lo riprende. Fino a questo momento era rimasto sulla scrivania. Chiuso. Lo apre per cercare una pagina, si rimette gli occhiali per leggere:  ‘Ecco, la trasparenza… agire coerentemente con i propri valori. Ha il delta maggiore eppure ho sempre ritenuto di essermi comportato in modo trasparente’.

Si interrompe, non parla.  Intervengo. ’7 gennaio dell’anno prossimo, ormai ci siamo. Lei torna in ufficio. Che cosa farebbe che stupisse gli altri?’

‘Cosa intende?… senta ci possiamo dare del tu? In fondo siamo colleghi, le dispiace? Sono abituato a farlo’.

‘D’accordo. Cosa faresti che non hai mai fatto? Cosa li stupirebbe? Soprattutto cosa ti stupirebbe vederti fare?’

Ci riflette. Da come mi fissa penso di aver osato, di essere andata oltre, ma sono convinta che è lì…: si è dimenticato di essere giovane, lui tra senior, lui con un ruolo scomodo ma importantissimo anche nei confronti della capo-gruppo, lui con coraggio da vendere. Basta togliersi i vestiti di <altro> e restare nei propri senza abdicare a se stessi per un ruolo creato ad hoc. Consapevoli che poi in quel ruolo ci sappiamo anche stare, portandoci dietro tutto quanto di più importante abbiamo.

‘Intanto senza aspettare il nuovo anno mi piacerebbe invitarli a casa per festaggiare il Natale. Mia moglie ha sempre paura che la casa non sia in ordine … con due bambini. A parte il lavoro, loro devono conoscermi ed io loro, meglio di quanto sia oggi. Poi… abolirei l’email: lancerei una campagna e voi delle Risorse Umane potreste aiutarmi…<il mese senza email>!’

Sorride. La prima volta che sorride: è davvero giovane. Anche la stanza sembra più leggera. Scherziamo. Pensa di travestirsi da Babbo Natale…’Anche i miei bambini si divertirebbero’.

Di Simonetta Bartorelli

I’ve covered the entire professional path within international and complex organization HR Dept’s, as follows: Consulting company for Executive search and development: Korn Ferry, EMEA projects coordination manager. Heidrick&Struggles. Intl’ Assignment manager. Industry: Fiat Auto SpA. Organization analyst. Techint SpA. Corporate Recruiting, Selection and Professional Development manager. Saipem (ENI). Corporate Recruiting, Selection and Local Content manager. The activities and projects I carried out, have always been focused to improving the relation between employees and management towards business goals achievement, in particular: establishing and maintaining a HR ‘consulting’ function for the organization development; developing a responsive and proactive approach to all inquiries and issues across the various departments; designing, putting into effects and monitoring local and international initiatives for HR recruiting and development. To date, as counselor HR consultant, I’m engaged in organization development consulting projects. Moreover, since 2003 I have been member of young graduate career counseling team at L.Bocconi University (POL) Milan. Since 2010, member of CPC (Coaching Practice Community) Milan AIF. Since 2012 I have been learning neuroscience. I’m Emergenetics certified associate to deliver Emergenetics neuroscience-based questionnaire. The questionnaire is leading up to people and team growth.