Siamo animali sociali, questo si sa. Abbiamo bisogno dell’altro per uno sviluppo psico-sociale dell’individuo sano. Ma quante volte ci sentiamo insoddisfatti delle nostre relazioni?

Quante volte sentiamo la necessità di evadere, di allontanarci anche dalle persone più care per riconquistare pace, serenità ed equilibrio? Quanto spesso ci capita di sentirci imbrigliati in rapporti sterili e superficiali?

 

Come iniziare a fare una buona analisi sulla qualità delle proprie relazioni?

Partire da sé e dal presidio della propria autostima potrebbe essere un buon inizio.

 

Di seguito vi propongo un breve test.

Basic SE, 5 minuti da regalare a se stessi e da riproporsi ogni volta che ne sentiamo il bisogno. E magari da offrire a chi ci sta vicino.

Prendete carta e penna. Di seguito trovate una lista di affermazioni, per ognuna di esse indicherete il vostro grado di accordo o disaccordo nel seguente modo:

segnate A se siete “totalmente in disaccordo”

segnate B se siete “parzialmente in disaccordo”

segnate C se siete “né d’accordo né in disaccordo”

segnate D se siete “parzialmente d’accordo”

segnate E se siete “totalmente d’accordo”

Ovvero, segnatevi il numero della domanda (sono 22 in tutto) e accanto ad ogni numero mettete la lettera della risposta. Ricordatevi che non esistono risposte giuste o sbagliate; ciascuno risponde secondo il proprio grado di accordo o disaccordo.

Unknown-1Pronti a scrivere? E allora via!

  1. Riesco ad esprimere liberamente ciò che provo.
  2. Non mi sento mai inferiore alle persone che conosco.
  3. Piaccio facilmente.
  4. Non mi fido delle mie sensazioni.
  5. A volte mi sento così giù che niente mi sembra importante.
  6. Mi sento a mio agio quando sono con le altre persone.
  7. Ho paura del sesso.
  8. Spesso sento il bisogno di spiegare agli altri il perché delle mie azioni.
  9. Sono soddisfatta di essere la persona che sono.
  10. Ammetto i miei sentimenti qualunque essi siano: frustrazione, gioia, delusione, spirito di vendetta o gelosia.
  11. Mi sento inferiore ad alcuni dei miei amici.
  12. Mi sento al sicuro.
  13. Non ho mai dubitato della mia capacità sessuale.
  14. A volte mi sento totalmente inutile.
  15. Non sono inibito.
  16. Mi sento positivo e ottimista riguardo alla vita in generale.
  17. Sono soddisfatto di come vivo la mia sessualità.
  18. Sono abbastanza contento.
  19. Molte volte mi trattengo dal chiedere qualcosa di cui ho bisogno, per paura di ricevere un “no”.
  20. Mi sento apatico.
  21. Mi sento spesso umiliato.
  22. Credo di sforzarmi per impressionare la gente. So di non essere quello che sembro.

 

Calcolo punteggi

Per le domande 1, 2, 3, 6, 9, 10, 12, 13, 15, 16, 17 e 18

1 punto per ogni A (totalmente in disaccordo)

2 punti per ogni B

3 punti per ogni C

4 punti per ogni D

5 punti per ogni E (totalmente d’accordo)

Invece il contrario per le domande 4, 5, 7, 8, 11, 14, 19, 20, 21 e 22, e cioè

5 punti per ogni A (totalmente in disaccordo)

4 punti per ogni B

3 punti per ogni C

2 punti per ogni D

1 punto per ogni E (totalmente d’accordo)

 

Una volta sommati i punteggi grezzi ecco una prima interpretazione:

>90 punti rispecchia un individuo equilibrato, caldo, con sentimenti positivi per sé e per gli altri; in grado di mantenere una buona integrazione del Sé nonostante la piena consapevolezza dei propri limiti e debolezze e, infine, capace di esprimere le proprie emozioni aggressive senza dover sottostare a inibizioni poco congruenti con il proprio Sé.

 

< 80 punti la persona trova difficile esprimere i propri bisogni, emozioni e istinti di base, siano essi positivi e negativi, profondamente insoddisfatta di sé e del proprio modo di relazionarsi dagli altri, con forti sentimenti di inutilità, inferiorità e apatia.

Ovviamente questo test può rappresentare un punto di partenza per la conoscenza del Sé e per la crescita della propria consapevolezza e del nostro sistema di relazioni.

 

Scienza, religione, filosofia e psicologia sono dottrine che, anche se con orientamenti diversi, mettono al centro la persona e la sua rete sociale in modo costante e reciproco.

Questo aspetto è davvero cruciale e per nulla scontato, basti pensare che i disagi psicologici maggiormente pervasivi e incancreniti hanno una costante comune che è l’esclusione e l’allontanamento progressivo dal contesto sociale e l’incapacità di adattamento e di mantenimento di legami affettivi maturi e appaganti (Ansbacher, La psicologia individuale di Alfred Adler,1997).

 

E’ perciò determinate per il benessere della persona avere buona cura di sé e delle relazioni che la circondano sentendosi anche in grado di scegliere, costruire, modificare, rinforzare i legami più intimi come anche il senso di appartenenza nei propri gruppi sociali.

Dalla Teoria della Mente alle scoperte neuroscientifiche dei neuroni specchio di Rizzolati e Gallese è necessario il confronto con gli altri perché attraverso l’osservazione, il riconoscimento e l’imitazione si creano le condizioni per l’apprendimento e la crescita (Zapelli, Formazione e apprendimenti: neuroni in cerca di cambiamento. In Neuroscienze e Management a cura di Salati, Leoni, 2015).

Assodata l’importanza della sfera relazionale nella vita di ciascuno per la crescita dei propri compiti vitali, è anche vero che scelte sbagliate e reti relazionali distorte, fittizie e patologiche ne determinano invece una vertiginosa involuzione.

Difficile saper dipanare questa matassa, arrivare all’origine e all’autenticità di un rapporto.

Spesso ci si lega, si difendono relazioni malsane, spesso la propria autostima viene duramente messa alla prova da legami strumentali, invasivi e tossici tanto da perdere anche la capacità di giudizio e di spirito di autoconservazione.

Complici anche le nuove modalità di comunicazione che spesso creano aspettative fittizie e distanze sociali reali travestite da amicizie virtuali.

Ci sia avvia ad una progressiva incapacità nella lettura delle dinamiche relazionali autentiche e un passaggio verso una comunicazione quasi autistica di se stessi, si assiste quotidianamente all’implosione della propria solitudine relazionale compensata da un bisogno narcisistico di esibire evanescenza, un misconoscimento del sentimento sociale, una lenta e continua ricerca di apparenza che crea tanti avatar omologati e relazionalmente analfabeti.

Di Sara Di Giamberardino

Psicologa psicoterapeuta adleriana, lavora presso ATM di Milano dal 2005 nella Direzione Formazione Selezione Sviluppo e Organizzazione. Si occupa in particolare di progettare ed erogare interventi di formazione relazionale/ manageriale e di selezione delle figure professionali ricercate per i diversi ruoli aziendali. Collabora come volontaria con Dimensione Animale di Rho.