Ecco un elenco di tecniche, di cose che si fanno con un allievo per favorire il suo apprendimento.

Alcune sono proprie del docente/insegnante, alcune sono proprie del formatore, altre sono proprie del coach, altre ancora li accomunano. Mettiti alla prova e rispondi, e poi controlla con la soluzione in fondo.

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  1. indica fonti di approfondimento
  2. dà un feedback sui risultati
  3. stimola a cercare altre informazioni
  4. chiede, fa domande
  5. fa formulare alternative
  6. costruisce un senso unitario di quanto si apprende
  7. presidia il processo di apprendimento e fa in modo da personalizzarlo se necessario
  8. induce a sperimentare nuove modalità di soluzione dei problemi
  9. favorisce la discontinuità
  10. intreccia le varie parti dell’apprendimento
  11. dà un feedback sui progressi nell’apprendimento
  12. usa il gruppo come leva per l’apprendimento e per i feedback
  13. usa l’esperienza dello stare nel gruppo come palestra
  14. formula una valutazione
  15. fa fare esercizi
  16. aiuta a rileggere l’esperienza passata
  17. aiuta a decodificare la ragione degli insuccessi
  18. motiva in funzione di un risultato
  19. spiega le regole, i vincoli e i vantaggi della disciplina
  20. conosce e illustra gli aspetti innovativi della disciplina
  21. spinge a eliminare alibi di autoassoluzione
  22. propone modelli di riferimento e li commenta
  23. induce a cercare feedback
  24. induce a sperimentare nuovi comportamenti di decisione, comunicazione, negoziazione, studio
  25. spiega come si fa e quali sono i passaggi difficili
  26. dà valore al risultato ottenuto e lo confronta con la situazione precedente
  27. mostra come si fa
  28. fa venire la passione per qualcosa
  29. conclude.

 

Prima di andare alle risposte, ricordiamo le differenze fondamentali fra i tre ruoli:

 

  • l’insegnante, il docente, sono esperti della materia che il discente sta apprendendo. La metafora che li rappresenta è quella della brocca piena da cui si può travasare il contenuto in un bicchiere che era vuoto, e che gradualmente si riempie.

In questo modo si impara a nuotare, guidare l’automobile, parlare una lingua straniera, risolvere un problema di matematica, fare controllo di gestione, ricamare, cucinare, acquisire tecniche di public speaking, etc. Perché l’insegnante  lo spiega, ce lo mostra, ce lo fa fare.

 

  • il formatore -che opera di solito in contesti professionali e di gruppo- ha una conoscenza del ruolo del discente, anche se non ne ha l’esperienza diretta. Quindi è in grado di rapportarvi i contenuti didattici offerti da docenti e supporti vari, come libri, eserciziari, apprendimento a distanza, film, ecc. fino a favorire l’appassionarsi a un obiettivo o un contenuto o una responsabilità.

In questo modo insegna a stare in un gruppo, a collegare le competenze gestionali e manageriali e specialistiche, a travasare da una disciplina a un’altra metodologie e intuizioni, a verificare l’efficacia della  comunicazione.

 

 

  • il coach lavora fondamentalmente con un metodo, che usa per fare emergere dal suo discente consapevolezza, preferenze, timori. E per sbloccare situazioni cristallizzate, per aiutare a riorientarsi, a individuare il proprio stile di comunicazione e relazione in genere. Non sovrappone obiettivi personali o aziendali a quelli del coachee. Il punto chiave è che non spiega e non mostra, perché non ne ha e non ne deve avere la competenza, ma utilizza la maieutica.

In questo modo fa acquisire consapevolezza degli obiettivi, capiamo le preferenze nello stile di vita, mettiamo a punto la modalità di leadership adatta a noi e alla situazione, impariamo a comunicare con efficacia, siamo spronati a superare i nostri limiti, manteniamo alta la motivazione, rimaniamo focalizzati sugli obiettivi, etc.

 

Ed ecco le risposte.

  1. indica fonti di approfondimento, docente + formatore + coach
  2. dà un feedback sui risultati, docente
  3. stimola a cercare altre informazioni, docente + formatore + coach
  4. chiede, fa domande, coach + docente
  5. fa formulare alternative, coach
  6. costruisce un senso unitario di quanto si apprende, formatore
  7. presidia il processo di apprendimento e fa in modo da personalizzarlo se necessario, formatore
  8. induce a sperimentare nuove modalità di soluzione dei problemi, coach
  9. favorisce la discontinuità, coach
  10. intreccia le varie parti dell’apprendimento, formatore
  11. dà un feedback sui progressi nell’apprendimento, formatore
  12. usa il gruppo come leva per l’apprendimento e per i feedback, formatore
  13. usa l’esperienza dello stare nel gruppo come palestra,
  14. formula una valutazione, docente
  15. fa fare esercizi, docente + formatore + coach
  16. aiuta a rileggere l’esperienza passata, coach
  17. aiuta a decodificare la ragione degli insuccessi, coach
  18. motiva in funzione di un risultato, docente + formatore + coach
  19. spiega le regole, i vincoli e i vantaggi della disciplina, docente
  20. conosce e illustra gli aspetti innovativi della disciplina, docente
  21. spinge a eliminare alibi di autoassoluzione, coach
  22. propone modelli di riferimento e li commenta, docente + formatore + coach
  23. induce a cercare feedback, coach + formatore
  24. induce a sperimentare nuovi comportamenti di decisione, comunicazione, negoziazione, studio, coach + formatore.
  25. spiega come si fa e quali sono i passaggi difficili, docente
  26. dà valore al risultato ottenuto e lo confronta con la situazione precedente, docente + formatore + coach
  27. mostra come si fa, docente
  28. fa venire la passione per qualcosa, docente + formatore
  29. conclude, docente + formatore + coach

 

 

Come è andata?

con 20 o più risposte corrette sei bravissimo!

 

Se è vero che le differenze fra formatore, docente e coach ci sono, è altrettanto vero che nel rapporto professionale con un discente può capitare di scegliere più di una modalità.

Il coach spesso si pone anche come consulente o docente, quando su uno specifico tema possiede la competenza.

L’insegnante sa spronare da coach i suoi allievi a scuola e nello sport.

Il formatore di aula a volte definisce anche momenti individuali di feedback e richiama elementi teorici tipici della docenza.

 

Questo articolo è stato pubblicato anche su Brain Cooperation

Di Cristina Volpi

Coach accreditata ICF e EMCC, Founder del magazine CoachingZone, Master di II livello in coaching e comunicazione Strategica. Ha operato per imprese multinazionali e familiari e not-for-profit, in Italia e in svariati paesi Europei, in USA, in Brasile, in India, lavorando con Pirelli, Studio Ambrosetti, Butera & Partners e come libera professionista; attualmente è volontaria con Sodalitas. Ha pubblicato “Leader, storie vere ed inventate di imperatori, manager e capi” Ed. Il Fenicottero; “C’era una volta il capo” Ed. Fendac; “Bilanci e Veleni” e “Banditi in Azienda” Ed. Guerini; “Sconcerto Globale” con Favero, Ziarelli Ed. Apogeo; “No Smoking Company” con Favero, Ziarelli, Ruggeri, Ed. Kowalski.