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Trovare il proprio modo di stare al mondo è di vitale importanza per ogni persona. Ciascuno, per avventurarsi in questa ricerca, ha bisogno di un orientamento e una destinazione verso cui muoversi. La questione è dunque, come si fa a imprimere un orientamento alle proprie scelte? E come si trasforma un orientamento in uno stile personale unico e riconoscibile?

Imprimere un orientamento è come gettare un sasso in uno specchio d’acqua e osservare i cerchi che vanno formandosi.

 

Un destino fatto di scelte

Prendiamo ad esempio una persona che si definisca vegana, poiché esclude dalla propria dieta qualunque prodotto di origine animale. Dato il suo orientamento, questa persona sceglie cosa comprare quando fa la spesa, come cucinare i cibi, e anche come pensarla a proposito di caccia, pesca, allevamento. Da questa persona ci si può dunque aspettare che abbia uno stile di vita rispettoso dell’ambiente. E quale sarà il suo stile personale? Sceglierà di sottolineare il proprio orientamento vegano (dando da mangiare al cane legumi al posto della carne) oppure di distinguersi indossando, per affetto, la pelliccia ereditata dalla nonna?

La scelta, in tutta la gamma delle possibili opzioni complementari, andrà a costruire il destino di questa persona, il verso dove si muoverà e il come verrà riconosciuta da coloro che incontrerà sul suo cammino.

 

La questione dello stile

Lo stile , inteso come il modo di… , costituisce un carattere distintivo dell’orientamento di un individuo. Per comprenderlo meglio, spostiamoci nell’ambito delle arti figurative.

Ci sono artisti che nel corso dei secoli sono stati capaci di imprimere un orientamento alla pittura: Leonardo da Vinci è sicuramente uno di costoro. Con lui la pittura si trasforma in ricerca di nuovi modi per rappresentare la natura e le emozioni umane.Lo stile leonardesco è ben riconoscibile nelle opere di alcuni allievi, tra cui Francesco Galli, la cui arte interpreta i tratti caratteristici del maestro in maniera molto puntuale. A differenza della schiera dei modesti epigoni di Leonardo, però, il Napoletano declina il modello con uno stile personale.

Nel dipinto Madonna Lia, si ritrova tanto lo studio degli sguardi quanto la resa del movimento del bambino e, ancor più, il paesaggio naturale sullo sfondo che fa da eco allo stato d’animo dei soggetti raffigurati. Galli però sceglie di includere nel dipinto anche un paesaggio urbano – il Castello Sforzesco di Milano – distinguendosi così dal modello de La Vergine delle Rocce, alla cui realizzazione aveva collaborato proprio nella pittura del paesaggio.

Il castello di Milano è il dettaglio di stile che decreterà nei secoli la fortuna (destino?) del dipinto, in quanto testimonianza architettonica dell’originale Torre del Filarete, distrutta da un incendio all’inizio del ‘500. A questo dipinto si rivolgerà nel XIX secolo Luca Beltrami per il suo restauro che darà al Castello Sforzesco l’aspetto attuale.

 

A che serve imprimere un orientamento?

Leonardo e Michelangelo erano soliti donare delle loro composizioni affinché altri pittori le usassero come modello. Copiare è un formidabile esercizio per trovare il proprio stile. Così dovrebbe essere anche per la moda: suggerire una tendenza che ciascuna persona possa modellare su di sé per mostrarsi. Il che è l’esatto contrario dell’omologazione: tutti con gli stessi abiti certificati da un marchio.

 

L’economia della gratuità

Regalare un modello significa trasformare la configurazione di base nelle relazioni tra persone.

Il cosiddetto dono è in realtà uno scambio reciproco che ha alcune caratteristiche definite, per quanto esse siano delle convenzioni e non delle regole scritte: l’obbligo di dare, l’obbligo di ricevere, l’obbligo di restituire più di quanto si è ricevuto.

Questa forma di economia  permette a ciascuno di noi di diventare protagonista di uno scambio di reciproca utilità con il valore aggiunto dell’esperienza personale. Si tratta di un modello accessibile a tutti e – particolarmente oggi che tutto sembra superficialmente fattibile con un click – un’enorme opportunità per portare alla luce e mettere in campo risorse personali non (ancora) utilizzate.

E non si tratta di utopie anacronistiche, di fenomeni marginali. Si sta parlando del modello che aveva in mente Tim Berners-Lee trent’anni fa quando concepì Internet e del modello che tutt’oggi anima Wikipedia.

 

 Per concludere, imprimere un orientamento è una delle 10 Vitabilità di Metodo Colloquio:

1: vedere le possibilità. 2: immaginare le alternative. 3:trasformare le situazioni. 4: ascoltare l’altro. 5: badare a se stessi. 6: interrogare e interrogarsi. 7: lasciare spazio per le risposte. 8: imprimere un orientamento 9: trasmettere informazioni. 10: agire in sicurezza.

Di Monica Della Giustina

Monica Emma Della Giustina, copywriter consulente di comunicazione nel 2018 ha creato Metodo Colloquio, laboratori e incontri per addestrarsi a comunicare meglio nella vita e nel lavoro. Trainer certificato di Job Club, volontaria de La Grande Fabbrica delle Parole vive e lavora a Milano dove ha aperto e gestisce anche un bed&breakfast.