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Capita spesso, molto spesso, che nella corsa al raggiungimento dei nostri obiettivi, dimentichiamo di porci la domanda più importante: “come mi sentirò quando avrò ottenuto quello che voglio?”

le risposte, a volte sembra che siano automatiche, invece la maggior parte delle persone avrà bisogno di rifletterci un po’. Questo avviene perché spesso, gli obiettivi che ci poniamo sono  razionali e derivati più da quello che vogliamo dimostrare che da quello che vogliamo realmente essere. Per spiegarlo in modo esemplificativo, può capitare che nel nostro desiderio di arricchirci attraverso un determinato lavoro, ci siano le pressioni di una famiglia molto esigente che ha insinuato un’idea di felicità legata al possesso materiale. Questo comporta che, mentre alcune persone, si riconoscono in quest’ ideale di felicità e una volata raggiunto l’obiettivo saranno in grado di goderne pienamente, altri invece manifesteranno una sensazione di vuoto e incompletezza, nonostante il faticoso traguardo raggiunto. Ciò capita quando nel corso della vita ci dimentichiamo di chi siamo e ci perdiamo in quello che gli atri vogliono farci diventare.

 

Prima dunque di idealizzare un obiettivo, chiediamoci quale emozione pensiamo di ottenere una volta che lo raggiungeremo.  Quando avremo identificato il modo in cui crediamo che ci potremo sentire, lasciamo andare il pensiero dell’obiettivo che vogliamo raggiungere e rimaniamo nel nostro presente con l’emozione che vogliamo provare.

Praticare il benessere nel momento presente, oltre ad avere benefici sul piano fisico, ci aiuta a non vivere con agitazione il verificarsi di ritardi o imprevisti che ci allontanano da quel nostro obiettivo.

Vivere nel presente l’emozione che vorremmo provare prima ancora di aver concretamente raggiunto l’obiettivo, aiuta a sentirci meritevoli a prescindere da ciò che avviene al di fuori di noi e questo può interamente modificare tutte le nostre convinzioni.

Può capitare, infatti, che nel momento in cui la nostra emozione positiva entra a far parte della nostra vita, quell’obiettivo perda di valore, proprio perché abbiamo attribuito a qualcosa che ancora deve verificarsi, tutto il nostro benessere. Quando accade questo, significa che l’obiettivo che c’eravamo posti non era coerente con la nostra reale natura. La sensazione, ad esempio, di realizzazione, che molti attribuiscono alla crescita lavorativa, può arrivare da tanti altri settori della vita che smettiamo di guardare e curare proprio mentre affannosamente rincorriamo quel sopravvalutato obiettivo.

 

Come portare nel presente l’emozione che vogliamo vivere?

I nostri ricordi sono selezionati proprio conseguentemente alle emozioni. Tanto è più forte quello che abbiamo provato, quanto sarà più nitido il ricordo.

Ciò significa che noi conosciamo un ventaglio di emozioni che abbiamo provato in passato e che possiamo riportare nella nostra vita. Chi non si è mai sentito entusiasta, felice, realizzato, forte, degno di avere il meglio dalla vita?

Anche se solo per brevi momenti, ognuno di noi ha sperimento la magia delle emozioni positive. Individuarne una e portarla nel nostro presente attraverso un atto di volontà, significa portare il nostro corpo e la nostra mente ad uno stato di benessere e, soprattutto, modificare la nostra stessa struttura cerebrale.

Non solo, la fisica quantistica ha dimostrato che l’osservatore influenza la realtà, attraverso le sue stesse convinzioni.

Ciò che crediamo essere vero, diventa vero.

Per modificare le nostre più profonde convinzioni (il senso di inadeguatezza, la frustrazione, la paura di non farcela) possediamo un potente strumento che si chiama “emozione” che giorno dopo giorno, grazie al pensiero consapevole, cambierà le nostre credenze limitanti riuscendo ad aprire nuove pagine della nostra vita.

Per questo motivo, prima di scapicollarsi nel raggiungimento di un obiettivo è necessario individuare cosa pensiamo di provare una volta raggiunto.

Perché il nostro vero traguardo non è mai quel determinato oggetto, quel determinato lavoro o quella determinata persona, ma quello che proveremmo una volta raggiunto quell’oggetto, quel lavoro o quella persona.

Non rincorriamo mai cose, ma emozioni corrispondenti.

 

Per approfondire, cfr. le Dirette di CoachingZone “Emozioni fra passato, presente e futuro” e “Obiettivi ed emozioni

 

Photo by S&B Vonlanthen

Di Flavia Petralia

Formatrice, coach e autrice, laureata in comunicazioni con un master in Coaching Evolutivo. Titolare di uno studio di prevenzione, tutela e crescita aziendale, lavora come business coach per le aziende clienti. Ricerca e approfondisce temi di crescita e sviluppo personale redigendo articoli che vengono pubblicati presso siti web e riviste nazionali. Autrice di: “Yakamoz”, romanzo di crescita personale in chiave fantasy. Nel 2019 redige articoli di attualità presso la testata giornalistica la Spia. Nel 2020 pubblica il magazine – book : “Successo e Neurocoaching” e diversi articoli per riviste e siti web nazionali.