Perché aleggiano ignoranti che hanno così tanto facile successo nella formazione, nella terapia, nel coaching, nelle discipline del benessere, anche quando alle spalle non si intravede il rigore dello studio e la ricerca autentica della testimonianza? Franco Nanetti ci offre la sua provocante visione, introdotta da un commento di Francesco Dolcino.

 

Quando ho letto l’articolo del professor Nanetti, mi è venuto in mente il dilemma dell’uovo e della gallina: chi viene prima tra il professionista/relatore descritto da Nanetti e il discente che gradisce ascoltarlo?

Forse troppi di noi, per comodità o per superficialità, si accontentano di propinare e sentirsi propinare <verità assolute>, quali soluzioni scontate che vengono dall’alto, da docenti – coach – consulenti che, con la loro prosopopea, riescono a convincere i più di essere il massimo della vita, nascondendo sotto le pieghe di paradigmi urlati la loro preparazione per lo meno approssimativa.

E’ senz’altro più semplice e più comodo, in un mondo in cui vige la regola del <tutto e subito senza pensare troppo>, presentare su un piatto d’argento soluzioni preconfezionate, piuttosto che mettersi e mettere in gioco.

Francesco Dolcino

 

 

Sono infastidito da tutti gli intellettuali e gli eruditi che cercano notorietà o facendo esibizione di conoscenze per farsi strada, o limitandosi ad affermare e sancire prospettive senza che in corrispondenza ad esse trapeli alcun sforzo interpretativo o di testimonianza dei loro saperi. Tali intellettuali, eruditi o maestri presunti tali, spesso cercano un facile proselitismo ostentando perizie conoscitive come se fossero proprie ma senza che vi sia alle spalle un reale radicamento culturale. In questo senso mi riferisco ai tanti pseudointellettuali o guaritori, che in modo apodittico, convinti di essere depositari di ogni verità, pronunciano parole d’effetto che hanno attinenza solo con una realtà conoscitiva molto limitata.

Un docente che tiene corsi sullo sciamanesimo politeista si esprime in modo assiomatico, non parla ma sentenzia, non cita fonti o progenie, ma riferisce ogni intuizione a se stesso come se tutto scaturisse dalla sua luminosa onniscienza, una onniscienza che non ha debiti verso nessuno, che asserisce e non ammette repliche. Talora fa domande al pubblico adorante, non per approntare un confronto dialogico, ma semplicemente per dimostrare che chi tra il pubblico ha osato intervenire si è sbagliato o non ha abbastanza approfondito le tematiche che il grande vate sciorina nelle sue dogmatiche certezze.

Il docente trasformista, che ben si occulta dietro una dubbia formazione, non appartiene alla corrente del pensiero positivo, ma semplicemente del pensiero banale. Come molti vati che vanno da una platea all’altra, non ha studiato tanto. Una fugace infarinatura di fisica quantistica o spiritualità o pratica intimistica, per sfoggiare a basso prezzo (o alto prezzo!) la soluzione di tutti i problemi. Nell’ambito della fisica quantistica si è arrivato a sancire che la realtà esiste soltanto attraverso lo sguardo dell’osservatore, e che basta cambiare tale sguardo perché sia possibile ottenere tutto: guarigione, felicità e soldi. Si tratta del perpetrarsi di una menzogna o di molte menzogne. Dire che il mondo è specchio di quello che pensiamo in parte è vero, ma solo in parte, mentre il fatto di assolutizzare tale affermazione significa dire banalmente che il mondo non esiste, mentre la luna c’è anche se non la guardiamo, il male c’è anche se non lo provochiamo, perché i bambini del centro Africa muoiono di fame e di guerra anche se vorrebbero amare la vita. Le semplificazioni quantistiche fanno breccia in soggetti che, impauriti al cospetto della domanda di senso: “chi sono e che cosa la vita vuole per me”, si rifugiano in soluzioni di stampo sloganistico che li disimpegnano da qualsiasi operazione di discernimento interiore.

Tra questi spesso abbiamo operatori del benessere, e terapeuti di poco spessore, che con un po’ di aura-soma, corsi sui maestri invisibili, sugli angeli, sulla rievocazione dei morti o sulle campane tibetane, si illudono di risolvere ogni problema. Spesso come per i narcisisti buonisti, che ho descritto nel mio ultimo saggio “I volti del male nel vivere quotidiano”, non c’è bisogno di studio, non servono a nulla la psicologia, la filosofia, la storia o l’antropologia; si sentono “santoni” con qualche “corsetto”, senza aver fatto nulla di più. Spesso diventano professionisti di successo che si spostano ovunque, dall’Asia all’Italia, dai paesi nordici al Sud America, rincorsi da pazienti ottusi ed invasati. Un noto medico olistico, che tiene corsi in tutto il mondo, dichiara che con la Kinesiologia e l’ipnosi può vedere tutto il tuo passato e di risolvere ogni problema energizzando i chakra de-energizzati, e di avere la certezza della guarigione, mentre la sua vita è intrisa di ottusità, menzogne e blocchi energetici. Spesso tali narcisisti santoni e buonisti, maghi, curanderi e stregoni, cercano con l’esibizione di una falsa potenza di mascherare il loro senso di impotenza e la loro depressione, la paura della morte e di non avere un’identità per accogliere il mistero della vita.

Ma, alla resa dei conti, chi sono i narcisisti santoni e buonisti?

Sono spesso docenti, guaritori o terapeuti, che ponendosi a guida di altri, pontificano come se avessero il dominio di ogni sapere, con l’assoluta arroganza di avere capito tutto o inventato ogni cosa da soli. Il profilo di tali santoni narcisisti, secondo lo psicoanalista francese Kaes, viene rappresentato in modo significativo dal mito della fenice. La fenice, uccello raro e di nobili fattezze, non ha genitori. Il paradiso delle sue origini é asessuato, senza inizio né rottura. La sua creazione è un moto perpetuo di automutazione dove tutto è previsto e dove ogni altra presenza è esclusa. Il narcisista autarchico ed esibizionista, come il bellissimo uccello fallico ma non genitale, ritiene di essere egli soltanto e nessun altro l’esclusivo maestro o genitore di se stesso. In tale prospettiva è abilissimo a nascondersi. Sovente il santone guaritore fa continue domande dove cerca di fare sì che l’altro si apra, ma lui non dice nulla di sé se non in termini strumentali. E’ un corruttore. Il diavolo, quando vuole ottenere qualcosa per avvantaggiarsi sugli altri, sa abilmente occultarsi, talora dietro la maschera di chi può soccorrerti sulla base di qualsiasi necessità.

Ma perché hanno successo? Il loro nascondersi, il nascondere le loro malefatte, il nascondere la loro incompetenza spesso dietro un linguaggio criptico ed assiomatico, talora pseudoempatico ed emozionale, talora distaccato ed alessitimico, attribuisce loro un alone di mistero che crea dipendenza nei pazienti impauriti e con scarsa padronanza di spirito critico. Tali terapeuti vengono spesso idealizzati da pazienti che, incapaci di avere una propria identità, si affidano totalmente per potere essere esentati da qualsiasi dubbio, e forse fatica. Sono pazienti che nella loro ideazione semplificata e banale vogliono sentirsi sicuri di avere trovato la via che appiana tutto, anche se di fatto non è cambiato nulla. “Da quando sono andato dal Dottor Toccasana, ho capito tutto, tutto va bene, mi ha risolto ogni problema che nessuno sapeva risolvere”.

L’altra ragione che li rende molto potenti è il dichiarare la soluzione senza sostare sul problema. L’effetto placebo è evidente. Appena a questi demoniaci guaritori presenti un problema carico di paure, loro ti permettono di liberartene all’istante; con poche parole sancite in modo profetico e magico ti offrono una banale spiegazione che soddisfa con una banale soluzione il tuo bisogno di identità, che altro non è che una desertica e rassicurante identificazione. Da qui, oltrepassata la minaccia del proprio vuoto, il sentirsi immediatamente meglio. Altri ignoranti di successo per avere facile potere e popolarità sanciscono la gravità di qualcosa che potrebbe accaderti, e tu diventi immediatamente dipendente da loro. Il mondo è pieno di terapeuti, guaritori, osteopati, consulenti olistici, supercoach quantistici, profeti di conoscenze subliminali che, nonostante le loro esecrazioni diagnostiche, rimangono impuniti.

Il diavolo è abile nei travestimenti. Ricordati: “Vegliare e pregare”. Se ve ne rendete conto e sapete quanto prima tenervi distante dai santoni guaritori, meglio è. Il vostro corpo… talvolta… ma più di ogni altra cosa il vostro fare anima, qualora tale percorso sia stato avviato, ne trarrà vantaggio.

Mi direte che il mio anatema è alquanto pungente, forse troppo! Certo, come pamphlet di autodifesa ad uso del tradizionale consumatore, è un po’ provocatorio e sovversivo. Ma per fortuna, non tutti i formatori e terapeuti sono così! Non si deve mai generalizzare. Alcuni professionisti che operano anche in campi eterodossi (e ne conosco tanti!) vanno assolutamente ammirati per la loro perseveranza nello studio, nella ricerca, nel confronto e nella dedizione agli altri. A loro, per l’inesauribile forza di lottare per la verità e il coraggio di proclamarla, un autentico grazie!

 

Questo articolo è stato pubblicato da Franco Nanetti su OUTSIDER, rivista di formazione di Formaper, Camera di Commercio di Milano.

Franco Nanetti Franco Nanetti è Docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Urbino. Psicologo, psicoterapeuta, counselor clinico, Direttore dei Master in <Counseling and Coaching skill> e in <Mediazione dei conflitti> presso l’Università di Urbino, supervisore e coordinatore scientifico della Scuola Superiore in <Clinica esistenziale>. Autore di numerosi libri pubblicati con case editrici di fama nazionale ed internazionale.

Di Outsider

Una rivista sulla formazione, qualificata, che faccia cultura, centrata sui contenuti, importante anche nelle dimensioni, ma al contempo strumento utile, “agile”, on-line, di “servizio”, che dia informazioni, segnali iniziative. L’obiettivo è stimolare riflessione e pensiero sul tema dello sviluppo delle persone e delle organizzazioni, costruire partnership con imprese e attori diversi, lanciare dialoghi, comunicare iniziative, servizi e progetti, non solo di Formaper. Outsider si rivolge agli imprenditori e alle imprese; ai professionisti della formazione degli adulti, responsabili e professional della formazione e delle risorse umane, docenti, opinion leader, enti e attori vari della formazione. Outsider