Che ci siano dei vantaggi a fare rete, oramai è un luogo comune, lo sappiamo tutti. Si condividono i rischi, si ricevono stimoli per l’innovazione, si fa squadra quando occorre, si riceve e si offre un supporto, si condividono informazioni, ci si organizza come centrale di acquisto, ci si presenta grandi anche quando si è piccoli. Sembra un’ovvietà.

 

E allora perché tanti preferiscono continuare a lavorare da soli, e non importa se il servizio che offrono al cliente sarebbe potuto essere più completo e più veloce?

Perché si fa un bel po’ più di fatica a condividere le risorse-chiave, ovvero clienti e finanziamenti. Perché l’abitudine a lavorare come imprenditori allena alla solitudine più che alla condivisione. Ci vuole un salto di fiducia, l’acquisizione di un altro modo di pensare; il che rappresenta il motivo per cui molte reti non funzionano, oppure nemmeno si costituiscono.

 

Patrick AlbertengoGabriele Billitti hanno costituito Reopla; e con  Consuelo Tarantin hanno trovato la formula per aiutare gli agenti immobiliari a superare i loro scogli: la microrete. Che si avvale:

  • di una piattaforma informatica
  • di coaching per imparare a starvi dentro. Perché lavorare come nodo di una rete è profondamente diverso dal lavorare da soli o dall’essere filiali di un’organizzazione.

 

Per chi non lo sapesse, il mondo dell’intermediazione immobiliare funziona così: un agente lavora da solo, e una volta avuto un mandato di vendita dal proprietario di un appartamento, inizia a cercare il cliente. Con cartelli, annunci, la propria cerchia di conoscenze. Quando troverà il cliente prenderà la commissione tanto dal venditore quanto dall’acquirente. Normalmente passano parecchi mesi.

Alleandosi con altri, e quindi moltiplicando i contatti, diventa probabile che i tempi si contraggano. Ma la commissione si dimezza, se è un collega a trovare l’acquirente.

 

Il ruolo di Patrick si concentra quindi nel portare gli agenti a cogliere e condividere i vantaggi dell’alleanza, con un processo maieutico che un po’ alla volta consente di passare da un’interpretazione individualista del business a una che vede i vantaggi dell’unirsi agli altri, utilizzando la piattaforma informatica.

Si tratta di un meccanismo diverso dalla condivisione del marchio che caratterizza alcune reti del settore, e dove il focus della rete rimane a chi gestisce il marchio e la rete stessa. Qui il passaggio-chiave dell’approccio è che la loro rete non è un concetto astratto, un aggregato di estranei che condividono delle cose e un marchio, ma si basa sulla conoscenza personale, si origina a partire da lì. Per cui la fiducia generata dal contatto diretto si riversa sul meccanismo e lo consolida, pur mantenendo la fisionomia imprenditoriale di ogni aderente. Microrete, appunto, dove realmente i nodi fanno la rete, al contrario di quanto accade con il franchising. Un concetto che ricorda quello di  microcredito, che ha livelli di insolvenza molto inferiori al credito normale.

infine, il meccanismo di adesione prevede che questa sia vista come conquista personale invece che  semplice ingresso in un network esistente o adozione di metodologie sperimentate. Ma elaborazione, dove ognuno ha un ruolo, e responsabilizzazione, in modo da costruire alleanze durevoli.