Un’idea innovativa + un finanziamento che permette di farne un business + un business plan con l’eventuale aiuto di un consulente = si comincia a lavorare: ed ecco la nostra start up marciare verso il successo.

 

Alla base di solito c’è una coppia o un terzetto di amici. Compagni di scuola che condividono da sempre una passione che ora può diventare un affare; o compagni di università che si sono scoperti la stessa voglia di rischiare su un’idea speciale.

La sintonia del progetto + la voglia di andare avanti hanno cementato l’amicizia, dando forma agli aspetti che uniscono, e valorizzando quelli complementari. Per esempio:

  • quello più attento ai numeri, a far quadrare le future entrare con le prevedibili uscite, e a riportare alla realtà certi sogni troppo audaci
  • quello che ha in mente il prodotto nuovo e solo quello, informato su tutte le innovazioni e applicazioni in giro per il mondo, capace di interrompere il sonno degli altri per raccontare una nuova possibilità
  • quello che ragiona di mercato e di clienti, e già si vede fare alleanze strategiche con aziende e network e raccontare ai soci le strategie che dovrebbero seguire.

 

Ne conosciamo tanti, vero?

Che hanno provato l’emozione di un’idea nuova, il piacere fraterno della condivisione, il tuffo al cuore quando si scopre che non è solo un sogno, quel senso di appagamento che prende quando la società è costituta, il conto in banca è rassicurante e il futuro luminoso è lì spalancato davanti.

 

Quanto tempo manca per la prima doccia fredda? E per la seconda?

I clienti che sono più difficili del previsto, i fornitori in ritardo,  la contabilità noiosa, la burocrazia incombente,  il processo produttivo più complicato, la comunicazione problematica, tante microdecisioni da prendere.

Tutte occasioni in cui la coesione del team imprenditoriale è messa alla prova, e in cui le differenze  diventano motivo di scontro invece che complementarietà. Un socio è troppo attento a quegli stupidi numeri, il secondo è fanatico e rigido nella sua idea, il terzo è pronto a vendersi a clienti che non capiscono niente…

 

Infatti molte start up esauriscono la spinta perché il team imprenditoriale ha perso coesione. Sì proprio per questo, e non perché l’idea mancava di spessore o i soldi erano insufficienti: ma perché la perdita della sintonia ha impedito di continuare a trovare soluzioni valide.

 

Qual è il rimedio?

Torniamo all’inizio. Quando abbiamo detto che gli ingredienti iniziali, sono un’idea, un finanziamento, un piano.

Invece no, occorre anche la tenacia: nel perseverare nell’idea imprenditoriale e nel continuare ad andare d’accordo. Senza tentennare se il business non decolla, senza perdere la testa quando arriva il successo, ricominciando con resilienza.

Questa tenacia si può:

  • valutare fin dall’inizio se è presente in misura sufficiente nel gruppetto imprenditoriale, alla pari degli altri ingredienti.
  • tenere sotto controllo e alimentare nel corso del tempo, con l’aiuto di un coach.

 

Immagine di Luca Zanon