Quante volte, nella fase di costituzione di team di progetto, i manager dedicano tempo all’individuazione di membri che siano diversi per cultura, esperienza, genere ed abilità?

Siamo sinceri, purtroppo i manager sono spesso vittime della fretta ma…

Recenti ricerche, come illustrato da Sonya Stinson su Forbes.com (“How Hiring With Diversity In Mind Leads To A Smarter Team” in BrandVoice– ADPVoice, 11 giugno 2018), dimostrano che quando i team sono eterogenei, le dinamiche al loro interno possono essere migliori. In particolare:

 

  • I team sono più focalizzati sui fatti e più efficaci nell’elaborazione delle informazioni rispetto ai team omogenei.
  • I membri dei team possono essere più consapevoli dei loro potenziali pregiudizi e quindi più motivati a sopprimere tali atteggiamenti e costruire fiducia reciproca. Liberati dai loro preconcetti, diversi team hanno dimostrato di impegnarsi in analisi più obiettive e accurate per trovare le soluzioni migliori.
  • Nei team omogenei la creatività è quasi bloccata. E’ difficile infatti trovare nuove idee quando tutti guardano il problema dalla stessa angolatura. Se si vuole un gruppo di brainstorming che pensi fuori dagli schemi, è necessario includere nel team persone che provengono da esperienze diverse e con sensibilità altrettanto differenti. Il pensiero creativo, a sua volta, porta a una maggiore innovazione nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi.
  • I team eterogenei dimostrano un processo decisionale più efficiente e decisioni migliori.

 

Le migliori dinamiche si attivano ovviamente quando membri del team provenienti da esperienze diverse non solo hanno un posto a tavola ma sono anche incoraggiati a far sentire la loro voce.

Alcuni esempi concreti dal mondo delle aziende?

I primi modelli di airbag rischiavano di procurare danni a donne e bambini quando entravano in funzione. Il motivo? Erano stati progettati esclusivamente da uomini, che avevano quindi considerato come passeggeri-tipo solo gli uomini, senza considerare che donne e bambini hanno generalmente una corporatura diversa.

 

La società californiana di software Cloverpop ha condotto uno studio di due anni su circa 600 decisioni di ben 200 team aziendali.  I risultati mostrano che le scelte fatte da singoli manager erano ottime nel 58% dei casi, che diventavano il 73% quando erano fatte da team con diversità di genere e l’87% per i team che includevano anche membri di diverse età e aree geografiche. Lo studio mostra anche che le decisioni prese da team inclusivi sono state prese più velocemente, in quanto hanno richiesto circa la metà degli incontri necessari ai team più omogenei per prendere una decisione.

 

Vi abbiamo convinto?

Dedicate più tempo alla fase di composizione dei vostri team di lavoro. Ne guadagnerete in efficienza ed efficacia!

Di Attilio Leoni

E’ responsabile della formazione presso l’Azienda Trasporti Milanesi Spa (160.000 ore di formazione erogate nel 2015) dopo essere stato responsabile della selezione e dello sviluppo. In precedenza si è occupato di gestione del personale e di comunicazione interna. Ha curato nel 2015 con M. E. Salati la pubblicazione del libro “Neuroscienze e management”, attualmente studia neuroscienze con il prof. Idan Segev dell’Università Ebraica di Gerusalemme. E’ inoltre autore di numerosi articoli di management sul periodico di AIDP “Direzione del Personale”.