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Nel processo di cambiamento personale uno degli elementi che può risultare maggiormente insidioso è legato al meccanismo della gratificazione. Quando si percorre la strada per modificare alcune nostre abitudini di pensiero che abbiamo riconosciuto essere nocive per noi e per il miglioramento della nostra vita, a spingere il piede sull’acceleratore e velocizzare il processo di cambiamento è la gratificazione, ovvero riconoscere dei segnali che noi interpretiamo come positivi e consequenziali al nostro sforzo.

Quando questi segnali tardano ad arrivare e non percepiamo il senso di gratificazione, persistere diventa molto più complesso.  In riferimento a obiettivi di natura, per esempio, professionale, potremmo abbandonare il nostro percorso o scegliere di fare leva sulla convinzione assoluta che è solo questione di tempo e noi riusciremo a raggiungere ciò che ci siamo prefissati. Applicabile in qualunque campo della vita, il modo in cui decidiamo di vedere qualcosa, ne determina la riuscita o il fallimento.

E ancora una volta, tutto si riconduce a ciò in cui crediamo fermamente.

Scoprire che quello in cui crediamo può essere modificato equivale ad una grande conquista, ma oggi sappiamo che anche per trasformare un pensiero in una nostra ferma convinzione necessitiamo della gratificazione. E se la gratificazione non arriva neanche in questo caso?

Come per il lavoro, anche quando desideriamo raggiungere un obiettivo che riguarda un nostro cambiamento personale, necessitiamo di stimoli che ci inducano a continuare e se questi stimoli non arrivano, desistiamo dall’andare avanti. Che fare allora?

Mollare? o modificare l’obiettivo?

Tra queste due domande ne sorge una terza che tendiamo troppo spesso a ignorare.

E se modificassimo quello che noi riteniamo essere gratificante?

Nel nostro riconoscere gli elementi gratificanti, gioca un ruolo determinate il modo in cui abbiamo imparato a vedere il mondo, ma ricordiamoci che ci stiamo impegnando per iniziare a guardare il nostro mondo con occhi nuovi quindi, va da sé, che anche quello che riteniamo gratificante deve subire dei cambiamenti.

Possiamo, dunque, modificare quegli stimoli che noi abbiamo reputato talmente validi da costituire la nostra gratificazione che è la benzina del nostro cambiamento.

Chiedersi se abbiamo sbagliato obiettivo oppure abbiamo sbagliato il modo in cui valutiamo i nostri miglioramenti diventa determinante.

Modificare le nostre abitudini richiede un impegno che non deve essere neutralizzato da un metro sbagliato di valutazione.

Valutare dunque, ad ampio spettro, quali benefici stiamo riscontrando, anche se fra questi non è ancora presente quello che per la nostra abitudine mentale rappresenta la vera gratificazione, può trasformare il modo in cui percepiamo i nostri miglioramenti.

Di Flavia Petralia

Formatrice, coach e autrice, laureata in comunicazioni con un master in Coaching Evolutivo. Titolare di uno studio di prevenzione, tutela e crescita aziendale, lavora come business coach per le aziende clienti. Ricerca e approfondisce temi di crescita e sviluppo personale redigendo articoli che vengono pubblicati presso siti web e riviste nazionali. Autrice di: “Yakamoz”, romanzo di crescita personale in chiave fantasy. Nel 2019 redige articoli di attualità presso la testata giornalistica la Spia. Nel 2020 pubblica il magazine – book : “Successo e Neurocoaching” e diversi articoli per riviste e siti web nazionali.