Allenamento mentale funzionale sport

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Siamo orgogliosi di proporre questo interessante stimolo, tratto dal blog di Paolo Loner, life sport coach, che segue l’allenamento mentale di molte star dello sport, ed è protagonista della Diretta di CoachingZone il 19 e il 26 luglio 2021.

CoachingZone

 

Funzionale dal latino functĭo -ōnis compimento, esecuzione di un compito. La parola funzione potremmo definirla come esecuzione di un compito per uno scopo.

Quando applichiamo il termine “funzionale” all’allenamento mentale per lo sport, intendiamo dire che l’allenamento che viene svolto è finalizzato a uno scopo.

 

L’allenamento mentale funzionale

Il concetto di Allenamento Mentale Funzionale rappresenta l’allenamento sport-vita generico.

La vita e lo sport hanno molte più cose in comune che differenze. Competenze come risolvere un problema, gestire lo stress, avere un pensiero critico, utilizzare la creatività sono competenze generiche che si applicano alla vita e ad una vasta gamma di sport.

Il lavoro di un coach preparatore mentale è quello di leggere il contesto, mettere al centro la persona con le sue peculiarità ed allenarlo attraverso un allenamento funzionale alla vita e allo sport.

Questo è lo scopo di un allenamento mentale funzionale. Un programma di allenamento mentale funzionale prepara un atleta ad abitare al meglio la sua vita e il suo sport.  L’allenamento mentale funzionale osserva, restituisce ed allena i punti di forza, il talento, il potenziale espresso dall’atleta, le sue specifiche intelligenze, il suo stile di funzionamento ed insegna all’atleta come gestire questo potere in condizione di preoccupazione e di pressione.

L’allenamento mentale funzionale incorpora in modo intenzionale lo stato di equilibrio della persona (tra punti di forza e aree di difficoltà) e allena alla consapevolezza del proprio potenziale.

 

Come si fa l’allenamento mentale funzionale

Un programma di allenamento mentale funzionale avrà come caratteristica l’uso di esercizi -fisici, mentali, tecnici- capaci di generare instabilità (intesa come situazione non salda dal punto di vista mentale) affinché l’atleta possa reagire per riguadagnare il suo equilibrio, la sua stabilità per poi entrare nuovamente in una fase di instabilità e così via.

Il modo per introdurre instabilità consiste nell’allenare l’atleta ad eseguire un compito fuori dalla sua area di confort (obiettivo tecnico o atletico altamente sfidante) oppure allenarlo in un contesto a lui sconosciuto come quello di praticare uno sport diverso dal suo oppure attraverso dei giochi mentali in cui il coinvolgimento fisico è limitato. A quel punto l’atleta deve imparare ad abitare quell’attività  utilizzando il suo potenziale per contrastare lo stato di preoccupazione e l’area di difficoltà e stimolare quell’equilibrio necessario per affrontare al meglio delle sue capacità quel compito (eccellenza).

Ringrazio il mio team Vincenzo (Santopadre l’allenatore) e Stefano (Massari il preparatore mentale Sport4Life) perché mi fanno sentire bene!

Matteo Berettini al termine del torneo di Stoccarda nel 2019

Come agisce

I programmi di allenamento mentale funzionale sono allenamenti che allenano i processi, con cui l’atleta persegue l’obiettivo.

Le basi scientifiche dell’allenamento mentale funzionale sono prese direttamente dalla preparazione atletica (Garry Grey Chain Reaction 1990). L’anatomia funzionale descrive come agiscono i muscoli per muovere gruppi interrelati di articolazioni e muscoli che lavorano insieme per eseguire i movimenti. Nella preparazione mentale funzionale questi gruppi interrelati  possiamo definirli potenzialità, competenze di vita, stile di funzionamento, intelligenze. Sono muscoli mentali  che lavorano insieme per un processo di eccellenza.

Secondo Grey tutti i muscoli impegnati in un balzo, per esempio, hanno due azioni. La prima agiscono per decelerare, rallentare, fermare. Una volta che l’atleta ha poggiato il piede a terra ed ha rallentato la flessione, i muscoli della gamba agiscono nuovamente per generare un’estensione necessaria per il balzo (per ulteriori informazioni e dettagli potete leggere Allenamento Funzionale applicato allo sport di Michael Boyle.

La mente funziona in maniera analoga. Nella vita come nello sport le persone davanti ad una condizione di preoccupazione agiscono come i muscoli al momento dell’atterraggio, rallentano, frenano, decelerano. Poi però per ripartire e quindi agire un’estensione, la mente ha bisogno di spinta e questa spinta deve arrivare dall’insieme di muscoli mentali. Per fare ciò è necessario essere prima di tutto consapevoli dei propri punti di forza, delle proprie intelligenze, dello stile con cui funzioniamo, del talento che ci è stato dato alla nascita, e del proprio potenziale.

 

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I muscoli mentali  toccati dall’allenamento funzionale

Ecco che nell’allenamento mentale funzionale l’atleta viene allenato dal suo coach a lavorare fuori dall’area di confort introducendo elementi di instabilità, ad utilizzare i propri muscoli mentali per ritrovare l’equilibrio e la stabilità necessaria per una performance d’eccellenza in condizioni di preoccupazione.  La funzione principale della preparazione mentale è quindi, la stabilizzazione.

I muscoli mentali  per la stabilizzazione sono:

  • stile di funzionamento, il modo in cui un’atleta guarda e osserva lo sport che pratica;
  • le intelligenze che rappresentano il dono con cui ogni persona nasce;
  • le competenze di vita definite dalla OMS
  • i propri valori che derivano dal contesto in cui una persona nasce e cresce
  • le potenzialità umane

 

Differenze fra allenamento mentale e fisico

La grande differenza tra l’allenamento funzionale atletico e quello mentale è che mentre l’allenamento mentale funzionale può essere ripetuto e spinto  senza correre alcun rischio, nell’allenamento atletico invece non bisogna mai compromettere la sicurezza fisica dell’atleta.

L’allenamento mentale funzionale è un mezzo per migliorare la performance nella vita e nello sport purché abbia uno scopo e sia sensato per la persona, per il contesto in cui vive e si allena.  Un programma di allenamento mentale funzionale fondato su giochi ed esercizi che simulano eventi che si presentano nella vita o in gara hanno senso, scopo, valore e sono sempre molto apprezzati dagli atleti.

L’obiettivo finale dell’allenamento mentale funzionale è rendere autonomo l’atleta nella gestione delle situazioni di preoccupazione, nella capacità di trovare stabilità in una performance che sia nella vita o nello sport e nel miglioramento del processo con cui la persegue. Il successo di un programma di preparazione mentale funzionale è il ben-essere dell’atleta e non il numero di vittorie e sconfitte.

Di Paolo Loner

Mental coach, lavora con Sport4Life, team che segue alcuni campioni famosi anzi famosissimi. Nel presupposto che lo sviluppo del potenziale umano riguarda innanzi tutto la persona e le consente di esprimersi al meglio nelle diverse sfere della vita.