Se rispondi che sì, è più o meno un cerchio, è molto probabile che tu sia una persona che convive bene con un certo livello di approssimazione, e che accetta negli altri comportamenti con una certa deviazione dalla norma.

Se rispondi che no, non è affatto un cerchio, è molto probabile che tu sia una persona che dà importanza alle norme e alla precisione, e che si trova a suo agio in situazioni predefinite, che non comportano variazioni rispetto alla consuetudine.

Ce lo spiega una ricerca del Journal of Personality and Social Psychology– riportata in un articolo del Guardian –  dove quest’ultimo spinge l’interpretazione oltre: arrivando anche a predire l’orientamento politico liberal oppure conservatore, con una preferenza valoriale per il primo.

 

Come coach sappiamo che entrambi i poli di questo atteggiamento sono importanti:

  • vi sono ruoli specialistici in cui è fondamentale un orientamento al controllo minuzioso, di tipo chirurgico; clausole legali, programmi di IT, strumentazione di sicurezza in generale, analisi di dati, previsione di eventi
  • e altri -sia specialistici, sia manageriali sia relazionali- in cui l’accettazione del diverso e della devianza è centrale; per accogliere professionalità diverse, fare problem solving, generare innovazione, utilizzare nuovi punti di vista.

 

Utilizzando l’approccio olistico della ricerca stessa, e la vicinanza mano-mente che ci suggerisce, possiamo pensare a esercizi di disegno proprio per allenare i coachee nell’aspetto che desiderano sviluppare in se stessi. Un po’ come i bambini a scuola, sì, ma con una particolare attenzione sullo stare dal lato auspicato del continuum precisione-approssimazione. Sulla falsariga del cerchio proposto, e di altre figure geometriche semplici, si può:

  • allenarsi all’esattezza, e disegnare le figure curando l’omogeneità del tratto oltre che la perfetta rispondenza al modello proposto.
  • allenarsi ad essere  volutamente un po’ imprecisi, accettando qualche imperfezione, per privilegiare la velocità pur mantenendo il significato; o addirittura per lasciare spazio a una possibile intuizione, a un punto di vista inaspettato; e aprire una finestra verso la tolleranza dell’incertezza intesa come abilità generale.

Di Cristina Volpi

Coach accreditata ICF e EMCC, Founder del magazine CoachingZone, Master di II livello in coaching e comunicazione Strategica. Ha operato per imprese multinazionali e familiari e not-for-profit, in Italia e in svariati paesi Europei, in USA, in Brasile, in India, lavorando con Pirelli, Studio Ambrosetti, Butera & Partners e come libera professionista; attualmente è volontaria con Sodalitas. Ha pubblicato “Leader, storie vere ed inventate di imperatori, manager e capi” Ed. Il Fenicottero; “C’era una volta il capo” Ed. Fendac; “Bilanci e Veleni” e “Banditi in Azienda” Ed. Guerini; “Sconcerto Globale” con Favero, Ziarelli Ed. Apogeo; “No Smoking Company” con Favero, Ziarelli, Ruggeri, Ed. Kowalski.