Riprendiamo le considerazioni sul conflict coaching e i blocchi determinati dalle questioni di principio e dalla logica win-lose. Per metterne in luce un altro, sempre contraddistinto dal carattere dell’insidiosità per gli effetti che determina: la scarsa consapevolezza che abbiamo degli stili conflittuali. Ovvero dei modi in cui gestiamo i conflitti in cui siamo coinvolti.

 

Provate a rispondere: in caso di conflitto (con un collega, il capo, un cliente, il partner, il gruppo degli amici, ecc.) anche su cose banali come la scelta della pizzeria, quale/quali reazioni adottate?

  • “Ho ragione io, adesso li convinco”
  • “Vediamo di trovare una soluzione che vada bene alla maggior parte di noi, se non proprio a tutti”
  • “C’è una via di mezzo che funziona?”
  • “Mi tiro fuori”
  • “Decidano gli altri, a me va bene tutto”

 

E soprattutto: adottate sempre lo stesso comportamento oppure lo cambiate? E se lo cambiate, qual è il criterio con cui lo cambiate?

Molto probabilmente ognuno di noi avrà notato come segua, generalmente, dei copioni molto limitati nel modo di gestire i suoi conflitti; addirittura ci sono persone che adottano la fuga come unica e determinante reazione a questa esperienza.

In un contesto conflittuale, invece, sono svariate le modalità, ossia i comportamenti, che un individuo può adottare. Ed ognuno di questi comportamenti risponde a delle finalità molto precise, la cui consapevolezza permette di gestire il disaccordo in un ventaglio di soluzioni.

 

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Le principali modalità di reagire ad un conflitto sono:

 

1 Competizione

La competizione è una modalità orientata all’ottenimento del potere, della supremazia. In questo contesto l’individuo persegue i propri interessi a spese di un altro, utilizzando, dal punto di vista comunicativo/strategico, soluzioni dirette ad ottenere ciò che desidera: la difesa dei propri diritti, la difesa di una posizione che si ritiene corretta o vantaggiosa o semplicemente il desiderio di vittoria e imporsi sull’altro.

 

2 Collaborazione

In un contesto di collaborazione l’individuo cerca di cooperare con l’altro per trovare una soluzione che possa soddisfare i bisogni di entrambe le parti. Adotta uno stile, dunque, che implica l’approfondimento del disaccordo al fine di identificare le questioni sottostanti percepite non solo da lui ma da entrambi.

La collaborazione tra due individui si presenta, pertanto, come un’efficace forma di esplorazione del disaccordo, attuando un tentativo di imparare qualcosa l’uno dall’altro; si ricerca una soluzione creativa di un problema interpersonale.

 

3 Compromesso

Il compromesso rappresenta l’opportunità di affrontare il problema in modo più diretto rispetto alla fuga senza tuttavia arrivare ad approfondirlo come nello specifico approccio collaborativo.

In un contesto di compromesso l’obiettivo è quello di trovare un espediente, una soluzione che sia reciprocamente accettabile e che soddisfi il più possibile i bisogni di entrambe le parti.

Compromesso significa che giocoforza si rinuncia un po’ di più rispetto a quando si compete ma meno rispetto a quando si adotta un comportamento accomodante.

 

4 Fuga/Evitamento

La fuga o evitamento implica l’essere né assertivi né collaborativi. Quando si fugge dal disaccordo l’individuo non persegue immediatamente i propri interessi e neppure quelli dell’altro. Piuttosto, molto piu’ semplicemente, evita il conflitto.

La fuga può assumere la forma di rimanere indifferente di fronte alla questione o di posticipare il confronto ipotizzano momenti più opportuni oppure ritirarsi completamente da una situazione ritenuta minacciosa o scomoda.

 

5 Accomodamento

Un comportamento accomodante è l’opposto della competizione.

Quando adotta un comportamento accomodante l’individuo si preoccupa esclusivamente di soddisfare i bisogni e gli interessi altrui.

Una modalità che implica una sorta di sacrificio di sé che può assumere la forma della generosità, di un accordo o di un’intesa sulle richieste altrui anche quando, invece, l’accordo non c’è oppure l’arrendersi al punto di vista dell’altro.

 

Ognuno di noi, osservando i propri comportamenti, può accorgersi dello stile che adotta prevalentemente oppure di quello che non realizza mai o quasi mai.

In generale è opportuno evitare di ragionare in termini di approcci giusti o sbagliati: in certi casi è utile ed opportuna la cooperazione, in altri il compromesso, altre volte onestamente è meglio lasciare le cose come sono (fuga) o può capitare che sia necessaria la competizione o anche un comportamento accomodante.

 

L’efficacia di una determinata modalità di gestione dei conflitti dipende dalla situazione specifica e dalla consapevolezza delle finalità che intendiamo raggiungere attraversando il disaccordo.

 

(continua…)

Di Gabriele Salvini

Giurista d’impresa e Mediatore dei conflitti da oltre 15 anni, con passione e determinazione affianca le persone e i team nel gestire e trasformare le situazioni conflittuali in opportunità di evoluzione personale grazie agli strumenti del life coaching.