Ci sono molti libri e articoli che cercano di definire e spiegare il talento.

In uno dei miei ultimi progetti per selezionare <100 talenti del futuro>, in collaborazione con un’importante società di consulenza, ho chiesto “Cos’è il talento?” a 500 ragazzi e ragazze che frequentano l’ultimo anno di diverse facoltà universitarie in tutta Italia, da ingegneria a psicologia. Le risposte sono state molto interessanti e qui vorrei riassumerle in 5 punti, lasciando spazio alle vostre riflessioni.

 

Il talento è …

  • Innato: in tutti noi ci sono dei talenti, ma ciò che fa la differenza è l’impegno che ognuno ci mette per coltivarne qualcuno. Tutti nasciamo con dei talenti, solo alcuni decidono di cogliere le occasioni per svilupparli e valorizzarli.
  • Allenamento continuo: per essere i migliori dobbiamo allenarci, con perseveranza, in continuazione. Un buon allenamento porta a un buon risultato.
  • Passione: facciamo meglio ciò che ci piace e che ci rende felici. Il tempo è importante e se abbiamo l’impressione di sprecarlo per apprendere, per allenare una o più attitudini e competenze, significa che stiamo sbagliando, che dobbiamo cambiare obiettivo. Il talento è guidato dalla passione.
  • Condivisione: il talento per essere tale va condiviso con gli altri, deve essere riconosciuto socialmente. Si riconosce un talento nel momento in cui ne facciamo esperienza. Il confronto ci aiuta ad affinare i nostri talenti.
  • Ispirazione: quando entriamo in contatto con persone con un talento sviluppato veniamo ispirati, riconosciamo una leadership. Prendiamo ad esempio le loro storie, ci impegniamo per essere simili a loro, per incontrarli e conoscerli di persona. Il talento è ispirato dai modelli.

 

Come aiutare i giovani a scoprire i propri talenti?

Facendo coaching a numerosi ragazzi e ragazze ho potuto individuare uno dei nemici più pericolosi per il talento: la mancanza di autostima. Una bassa autostima blocca sul nascere qualsiasi possibilità di riuscita, non ci si mette in gioco per paura di non farcela. Per essere persone di talento la prima cosa da fare è credere in noi stessi e nelle nostre capacità.

La mia esperienza suggerisce che attraverso un percorso di coaching i giovani iniziano ad essere maggiormente sicuri delle proprie capacità, acquisiscono la consapevolezza dei propri talenti, capiscono come svilupparli e come fare per condividerli.

Succede perché il coach:

  • aiuta a riconoscere talento e potenzialità
  • favorisce in modo corretto e finalizzato il loro allenamento
  • aiuta proprio nel processo di miglioramento della consapevolezza e della fiducia in se stessi
  • può indicare dei modelli a cui ispirarsi

Il coach è un alleato del talento, e può fare la differenza.

Per informazioni potete contattarmi alla seguente mail: chiarac@careerpaths.it

Di Chiara Corti

Psicologa, Master in psicologia Strategica. Senior Recruiter e Talent Acquisition Specialist. Supporta le aziende nella ricerca "custom" dei migliori candidati. Consulente HR in progetti di formazione, psycoaching e mappatura delle competenze. Ha pubblicato "On the latent structure of self-esteem as measured by the Italian translation of the self-liking and self-competence scale - revised (SLCS-R)" con Carraro, Zogmaister, Arcuri e Pastore sulla rivista Psicologia Sociale.