C’è una sorta di anestesia della coscienza, che fa separare comportamento e giudizio morale,   che porta a compiere azioni disdicevoli senza provare sentimenti di vergogna

 

Le buone intenzioni

“La mia azione era finalizzata a uno scopo buono e quindi il giudizio non può che essere positivo; purtroppo ci sono state delle implicazioni spiacevoli, ma questo non è un problema mio”.

 

Max Weber ha evidenziato la distinzione tra intenzione e responsabilità nel giudizio etico.

  • L’etica della INTENZIONE considera la motivazione ispiratrice, in coscienza, come criterio primario per giudicare i comportamenti come apprezzabili oppure deplorevoli.
  • L’etica della RESPONSABILITA’, invece, valuta il comportamento considerando gli effetti generati come conseguenze, anche oltre il risultato diretto.

L’alternativa tra etica dell’intenzione e etica della responsabilità è solo parzialmente una contrapposizione. L’intenzione che supera la realtà esistente è la molla dell’innovazione e del progresso. per tradursi in pratica virtuosa, l’intenzione deve essere integrata dal senso di Responsabilità che coniuga fini, mezzi e conseguenze dell’agire.

 

Nonostante si faccia un gran parlare di etica e onestà, i comportamenti scorretti sono assai diffusi e non sembrano provocare grossi sensi di colpa in chi li pratica. Come mai?

Il fatto è che esistono meccanismi mentali che permettono all’individuo di restare in pace con la propria coscienza anche quando pone in atto comportamenti contrari ai principi di riferimento dichiarati.

E’ necessario conoscere questi meccanismi di alibi auto-assolutori, individuarli quando vengono messi in atto e smascherarne il ruolo mistificante.

Alcuni suggerimenti:

  • Essere fiduciosi, ma non ingenui
  • Smascherare le furbate di opportunismo
  • Riconoscere le persone leali e creare relazioni stabili
  • Costruire alleanza tra i fautori dell’etica e della sostenibilità

 

A scopo esemplificativo, e con taglio divulgativo, tratteggio qui uno alla volta i più diffusi alibi mentali, per i quali ho rielaborato liberamente il lavoro di Albert Bandura, un esperto che ha studiato i diversi meccanismi di disimpegno etico.

 

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Nelle puntate precedente  avevo parlato di disimpegno morale e di scarico di responsabilità. Vi aspetto alla prossima puntata!